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Italiano > Inglese: Romanzo, 29.048 parole
è un romanzo, già edito da Einaudi nel 2004, titolo "il seminatore", già tradotto e pubblicato in spagnolo e francese. 29.048 parole e 3.628 paragrafi.
Allego incipit.
Esempio di testo:
Gli zingari sono sempre stati un problema.
Ma siccome Lubo Reinhardt era uno zingaro, a lui
interessavano poco i problemi degli altri. Aveva i suoi,
di problemi. E gli davano fastidio.
A Lubo piaceva suonare la chitarra, stare con gli
amici e i parenti, spostarsi spesso col suo carro. Gli
piacevano la moglie e i figli.
Gli dava gusto anche lavorare, perché no, battere il
rame col suo martello: vedere le bacinelle o le
casseruole prendere piano piano la forma giusta tra le
sue mani era un piacere come suonare. Tutti calderai e
musicisti, nella sua famiglia, da secoli. Imparavano fin
da piccoli, senza sforzo, con divertimento.
Solo i maschi però. Le femmine no, le femmine
dovevano servire gli uomini, allevare i bambini, andare
a vendere il rame, procurare e cucinare il cibo, parlare
e trattare con i gagè .
Gli uomini, se potevano, evitavano di parlare con i
gagè.
Non era una razza simpatica.
Era dai gagè che arrivavano i problemi di Lubo e
della sua gente.
S’impicciavano dei fatti loro, volevano insegnare a
vivere.
Lubo rispettava gli anziani,ma spesso si domandava
se la decisione di suo nonno di prendere la cittadinanza
svizzera fosse stata giusta.
C’erano dei vantaggi, anche grossi, bisognava
ammetterlo: primo fra tutti che non potevano più
essere espulsi, come capitava prima. E la Svizzera non
era male per viverci. Quando erano stufi di stare in un
posto, cambiavano cantone ed era quasi come viaggiare
per tutta l’Europa.
Ma in cambio quanti fastidi, complicazioni: pagare
le tasse, ad esempio. Poi c’era l’istruzione obbligatoria,
altra seccatura difficile da digerire. Lubo adesso era
contento di saper far di conto, leggere e scrivere,ma le
ore, i giorni e i mesi passati al chiuso, seduto a un
banco, erano stati un tormento. I suoi erano rimasti
scandalizzati da come si torturavano i bambini nelle
scuole, lo compativano.
Per ultimo era arrivato il supplizio di quel momento:
il servizio militare obbligatorio. Lubo aveva fatto di
tutto per evitarlo, ma la cartolina precetto l’aveva
inseguito per l’intera confederazione finché, per caso,
a un posto di blocco l’avevano identificato. Aveva già
due figli ma non ci fu niente da fare: dovette partire;
l’alternativa era la galera, che a uno zingaro fa più paura
dell’inferno.
Aveva dovuto radersi, accorciarsi i capelli, smettere
il suo vestito colorato e indossare la divisa grigioverde
delle reclute. Uno strazio.
Per fortuna le due eleganti capsule d’oro che gli
rivestivano i canini superiori, suo orgoglio e lusso, non
poterono togliergliele,ma certo non era più bello come
prima.
Perché Lubo Reinhardt era famoso per la sua bellezza.
Quando stava a cavallo col vestito della festa e il suo
largo cappello, nessuna poteva fingere di non vederlo.
Anche le gagè lo guardavano, e come!
Adesso gli toccava ringraziare di essere comandato
così lontano da tutti, lassù in montagna, che i suoi non
potessero vederlo così sconciato e insignificante.
Se ne stava lì, mortificato, a «fare il suo dovere»,
contando le settimane e i giorni che mancavano al
ritorno alla vita libera.
Non immaginava che i suoi guai erano cosucce da
niente in confronto a quello che gli stava per succedere.
Language pair(s)
Italian
> English
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