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Italiano > Inglese: Una storia autobiografica, 160 pagine A4

e` un libro di 160 pagine A4 che raconta una storia autobiografica

Esempio di testo:
Erano anni che vedevo quell’aeroplanone grigio con la scritta “Qatar” sulla fusoliera.Parcheggiato in aeroporto davanti al piazzale dove gli equipaggi aspettano l’autobus che li porta a bordo, tutte le volte mi faceva venire in mente strani pensieri su questo esotico, misterioso e piccolo paese che non esiste neanche nella mappa di Risiko, il mio primo approccio con la geografia.Il nome è di quelli che ti rimangono impressi, qualcosa di orientaleggiante e anche un po’ affascinante, ma dove si trovi esattamente e` difficile dirlo, da qualche parte nel Golfo Persico comunque.Strana gente deve esserci a bordo, chissà che facce hanno, ma lo sapranno guidare un aereo? Poi arriva il bus, salgo su e ancora immerso tra le mie fantasie mi inserisco nella complessa sequenza di operazioni che fanno sì che un aereo decolli: in pratica, una magia!Non l’involo dell’aereo, intendiamoci, questo è già stato ampiamente spiegato dai tempi di Leonardo in poi.E` tutto quello che c’è prima che mi stupisce ogni volta, da quando l’equipaggio si forma nella saletta briefing, all’allestimento del velivolo fino all’imbarco dei passeggeri, che poi sono alla fine lo scopo di tutti i nostri sforzi: riuscire a portare da A a B questo eterogeneo gruppo di persone in orario e sicurezza, una magia appunto.Pare facile! Per la sicurezza va beh, a quella ci pensiamo insieme noi piloti e assistenti di volo e posso dire che siamo anche bravi, raramente succede qualcosa di pericoloso, incrociando le dita ovviamente e anche quando succede ecco che escono fuori tutti gli anni passati sui libri a studiare e le ore chiusi dentro ai simulatori ad esercitarci con le emergenze.Sacrificio, studio, passione, ogni tanto qualche passeggero ringrazia, ma alle volte non si accontenterebbe mai e si lamenta con noi se il tempo è brutto, come se fosse colpa dei piloti quando fuori piove.Noi lo sappiamo che è sempre così e non ci facciamo più caso, ci preoccupiamo solo quando troppo insistentemente leggiamo sui giornali che c’è la crisi, l’economia non va e bisogna privatizzare tutto, anche l’aria.In Alitalia va tutto bene però, si lo so, sono vent’anni che c’è la crisi anche qua, ma tanto una soluzione si trova, ti pare che la compagnia di bandiera chiude? E’ impossibile.Volare è una sensazione meravigliosa ed è così comodo, in un attimo sei ovunque senza code in autostrada e poi la vista ad alta quota è mozzafiato, sarà per questo che mi siedo sempre ai primi posti davanti, quelli con i finestrini di fronte!Perso tra i miei pensieri non mi accorgo che sono sotto la coda verde bianco e rossa del mio MD80, è ora di scendere dal bus e salire a bordo, preparare tutto, aspettare che l’imbarco finisca e via per un nuovo volo su e giù per l’Italia.Noi del MD80 siamo la colonna portante della compagnia, novanta aerei una volta, forse ormai sono ridotti a settanta, ma accidenti, solo in America ne hanno più di noi.E poi a noi piacciono i voli corti, quelli dove voli per davvero, dove l’autopilota non fai in tempo ad inserirlo che è già ora di una bella planata verso l’aeroporto di destinazione.Procedura in uso? VOR1? ILS2? Ma dai, guarda che bella giornata di sole, il Golfo di Palermo è lì davanti, sganci tutti gli automatismi, afferri saldamente la cloche e vai dritto verso l’aeroporto, una virata a 2000 piedi giusto per allinearti e sei perfetto sulla pendenza, la pista è lì davanti a te che ti aspetta.A volte però non è così facile. In media un paio di volte l’anno ci guadagniamo lo stipendio di tutto quell’anno.Il meteo è cosa seria, non lo show che se ne fa ormai in televisione e come ogni elemento della natura bisogna conoscerlo e rispettarlo, sapere fin dove puoi osare e in Italia, tra coste e montagne, è una palestra di vita per noi piloti.Non c’è aeroporto che non abbia le sue trappole, wind shear3 , pista corta, ostacoli, e l’esperienza diretta in questi casi fa la differenza.In quel paio di volte l’anno “di cui sopra”, arriviamo al parcheggio con la fronte sudata, ma in fondo questo è parte del nostro gioco quotidiano sempre diverso in ogni volo e della sfida che lanciamo ad una natura che non ci ha fatto nascere con le ali e che, purtroppo, ogni tanto ce lo ricorda pesantemente

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