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Italiano > Inglese: Libro per ragazzi, lunghezza poco meno di 79.000 parole

libro per ragazzi, età 12/16 anni, lunghezza poco meno di 79.000 parole.

Esempio di testo:
Seduto all’ombra del pino secolare posto all’interno dell’istituto Costa, Francesco Forte, meglio noto a molti come Ciccio, era intento a godersi l’ultima avventura di uno dei suoi fumetti preferiti. Poco distante, approfittando del clima ancora estivo, i suoi compagni di classe si divertivano a praticare qualsiasi sport che l’ora di ginnastica consentisse loro di fare all’aria aperta.
« Bella giornata vero? » esordì Viola con la sua solita voce squillante, mentre prendeva posto sul lato al sole della panchina.
Per nulla disposto a staccare gli occhi dall’avvincente racconto, Francesco concesse un vago grugnito di assenso all’amica e continuò la sua lettura. Viola scrutò per qualche istante l’amico di classe poi, per nulla intimorita dal suo atteggiamento, riprese a parlare con il suo solito fare euforico.
« Hai sentito chi forse verrà a suonare alla festa di paese? »
« Preferirei di gran lunga se venissero i Subsonica. » fu la secca replica.
« Anche a me farebbe piacere se ci fossero i Thirty Seconds to Mars, ma sempre meglio di niente. Giusto?! » insistette.
Benché quel mondo in bilico tra un’improbabile salvezza ed una totale distruzione necessitasse della sua massima attenzione, Francesco alzò gli occhi dal fumetto per posarli con fare compassionevole sul volto dell’amica.
« Se vuoi proprio saperlo, lo stile Pop Punk Rock non mi elettrizza nemmeno un po’. » rispose con sufficienza.
« Davvero?! E da quando saresti un intenditore di stile tu?! » replicò fulminea agganciando con l’indice la maglia dell’amico.
Francesco sapeva bene cosa la ragazza volesse intendere: lui non mostrava nessuna particolare attitudine. Dando un rapido sguardo alla polo color rosso sbiadito che gli cadeva sui jeans chiari, considerò che il suo abbigliamento era piatto e scialbo esattamente come la sua esistenza. L’amica invece, per quanto in paese potesse essere considerata eccentrica, aveva uno stile ben delineato che lui in realtà invidiava non fosse altro per il coraggio che lei dimostrava nell’apparire differente da tutti gli altri.
Anche quel giorno, come suo solito, Viola indossava abiti per lo più neri animati da sprazzi di colori accesi. Teschietti rosa con dei cuoricini al posto degli occhi sulla maglia e calze rosa che sbucavano da sotto la gonna a balze nera. Ai piedi anfibi degni di un reparto speciale se non fosse stato per il loro colore: fucsia. In testa un ferma capelli rosa a forma di cuore infranto, sbucava dal casco di capelli nero corvino. Lei si che aveva stile, pensò Francesco mentre posava nuovamente lo sguardo sulle pagine colorate che stringeva tra le mani.
Viola osservò l’amico affondare nella sua lettura senza replicare alcunché. La sua arrendevolezza l’aveva sempre spazientita ed infatti, anche in quell’occasione, fu pervasa dall’irrefrenabile voglia di colpirlo dietro alla nuca con uno schiaffo. Fece però uso di tutto il suo autocontrollo imponendosi di resistere a quell’istinto. Ritrovata la calma, si sporse lievemente verso di lui per sbirciare le pagine colorate di quel fumetto.
« Chissà come deve essere vivere una vita tanto speciale. » rifletté soprappensiero.
Il cuore di Francesco ebbe un sussulto: era tutta la vita che non passasse giorno senza che si facesse la medesima domanda. Non immaginava però che nemmeno per un istante, la sua amica potesse avere simili pensieri. Per la seconda volta alzò quindi gli occhi per posarli nuovamente sul suo volto. Viola, sguardo fisso nel vuoto, era assorta ad osservare attentamente cosa accadeva sul campo di calcio, pochi metri da loro. Distrattamente l’amica si aggiustò la frangetta che le cadeva davanti agli occhi, forse per meglio osservare la scena. Quand’era così concentrata su qualcosa, era in grado di non accorgersi di nulla, nemmeno di un’esplosione. Indugiando sul suo profilo notò che la pelle color porcellana che sfoggiava qualsiasi giorno dell’anno, risplendeva sotto i caldi raggi del sole, creando un contrasto perfetto con i capelli nero corvino che le celavano parte del volto. Sarebbe potuta essere di certo la ragazza più popolare della scuola se non fosse stata così sopra le righe, rifletté.
Gli occhi e le labbra di Viola si contorsero improvvisamente in una smorfia carica di rabbia e preoccupazione e questo spinse Francesco a dirigere finalmente il suo sguardo nella medesima direzione. Scoprì così che, sul campo di calcio situato a pochi metri da loro, Giulio, Pietro ed Ugo erano intenti a sfoggiare il loro solito fare arrogante e prepotente. Il professore di ginnastica, ovviamente, era troppo distante ed impegnato con gli alunni di atletica per accorgersi di quanto stava accadendo. L’ora oramai agli sgoccioli vide Giulio chiudere la discussione, con un calcio che fece finire il pallone oltre il muro perimetrale dell’istituto Costa.
« Diamine! Se potessi leverei io il sorriso da quei brutti musi! » sbottò Viola colpendo con un pugno la spalla di Francesco.
« E cosa t’impedisce di farlo? » s’informò mentre si massaggiava l’arto dolente.
« Forse il fatto che io sono una ragazza e loro tre maschi?! »
Nel dire la sua affermazione Viola era scattata in piedi davanti l’amico per ricordargli, nel caso se ne fosse dimenticato, le sue minute forme. Francesco osservò la ragazzina con braccia conserte davanti a lui e valutò la possibilità di tirarla in un tranello.
« Se fossi in te non ne farei affatto un problema. » disse infine tornando a sfogliare il suo fumetto.
« Vuoi forse liberarti di me?! » controbatté dubbiosa.
« Credo solo che non si azzarderebbero a toccare una ragazza. Nemmeno una tanto irritante come te. » aggiunse soddisfatto.
Viola era una ragazzina carina, intelligente e dall’umorismo acuto il cui unico vero difetto era essere permalosa. Questo Francesco lo sapeva ma il rapporto che tra loro si era instaurato fin da quando divennero amici in quinta elementare, era fatto principalmente di battute e frecciatine pungenti. Non pensava quindi di averle fatto chissà quale torto con quella affermazione, considerando che negli anni ne avevano scambiate di peggiori. Dovette però ricredersi in quanto il volto dell’amica passò rapidamente dal solito colorito pallido, ad un rosso acceso. Quando infine l’amica cominciò a fremere di rabbia, Francesco cominciò a preoccuparsi seriamente per la sua incolumità. Il suono della campanella che segnava la fine della lezione attirò l’attenzione di Viola la quale, senza replicare alcunché, si diresse a passo spedito verso la sua classe.

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