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Italiano > Inglese: Libro (Un viaggio immaginario), circa 250 pagine
Libro, il sogno di Milo
Un viaggio immaginario compiuto a piedi dal protagonista in un'ambiente naturale e incontaminato verso una meta sconosciuta ma suggerita dall'intuizione dove l'immaginario si fonde con il reale.
pagine circa 250
Termine da definire
Esempio di testo:
Un’altra giornata sta volgendo al termine.
Ne percepisco la fine attraverso la stanchezza del mio corpo e attraverso la sonnolenza che progressivamente pervade la mia mente.
Il sole all'orizzonte è al suo declino, e si avvia verso la dimora degli dei, dove solo il silenzio e la pace hanno esistenza, e dove l’idea del nuovo divenire ancora non esiste.
Le tenebre, in antitesi alla luce, stanno già issando i loro stendardi di vittoria sebbene siano ancora contrastati dai figli della luce, i figli dell’aria e del vento che all ’imbrunire cantano al cielo il loro inno felice alla vita.
Miriadi di esseri alati si riuniscono tra le fronde degli alberi in un fraterno abbraccio, che li renderà vittoriosi nei confronti della notte e delle sue insidie.
Il crepuscolo pervade lo spazio.
Le forme con esso si confondono sempre di più rendendosi così sempre meno visibili.
Ora, la notte avanza inesorabilmente, e posando il suo velo mostra il suo nero divenire rischiarato solo dalle chiare stelle.
Ora, regna Re silenzio, e l’allegro cinguettare dei fratelli alati volto al termine, ha ceduto il posto al frinire dei grilli e al gracidare delle rane, che in un sinfonico concerto inneggiano nuove magiche sinfonie alla luna e alle stelle.
L’armonia di quell'attimo mi pervade, allentando la mia volontà di vegliare oramai compromessa.
Morfeo è giunto, e nel suo rapimento appare il suo insegnamento.
Non è ancor giunto l’estremo rapimento, ma Morfeo mi istruisce anche al suo riguardo.
Giorno e notte.
Vita e morte.
Alba e tramonto.
Nascita e vecchiaia.
Divenire e fine.
Fine del divenire e divenire.
Vita,sofferenza e gioia, o chissà……………..
Ma ecco! S’ode un flebile suono, un accenno timido di canto.
Un presagio di vittoria della luce sulle tenebre.
Un dolce preludio ha inizio tra i primi raggi dell’aurora.
Una nuova alba è giunta.
Fratello sole è giunto dal regno degli dei e gli alati fratelli del cielo sono i primi a salutarne il ritorno.
Il canto degli uccelli aumenta come progressivamente aumenta la luce.
La vita si riaccende nella sua attività, e un nuovo giorno ha inizio.
Giorno e notte.
Vita e morte.
Alba e tramonto.
Nascita e vecchiaia.
Divenire e fine del divenire.
Fine del divenire e divenire.
Vita sofferenza e gioia, o chissà………….
Tuo è il giorno e tua è la notte, la luna e il sole Tu li hai creati.
Salmo 64
Alla ricerca della valle perduta
Il sole penetrava attraverso le righe delle persiane con le sue sfavillanti lame guizzanti, colpendomi fastidiosamente le palpebre ancora chiuse e intorpidite dal sonno.
Sentivo in strada il rumore di un motore d’automobile che si allontanava e lo scalpiccio di alcuni passanti che passavano lungo la via per recarsi chissà dove.
La città viveva un nuovo giorno d’attività che in breve si sarebbe manifestato in un crescendo di suoni e rumori.
Rigirandomi nel letto, con una dolorosa fitta al cuore, mi vennero alla mente mia moglie e mio figlio.
Era già un anno e sei mesi che se ne erano andati, ed erano già più di due mesi che non avevo più avuto notizie di loro.
Avevo cercato di parlare con lei per convincerla a ritornare con mè, ma nonostante le varie insistenze e suppliche non ci ero riuscito, fallendo così miseramente nella mia ostinazione..
Ricordo la sua irritazione, quando le chiesi di mettere una pietra sopra il passato per riprovare a vivere con mè una nuova vita, dove non avrei ripetuto gli errori del passato.
Quel ricordo mi bruciava nell'anima come un fuoco inestinguibile.
Avevo fallito nella vita, avevo fallito con lei, avevo perso tutto.
Pigramente mi mossi nel letto tra le lenzuola appiccicaticce spostandomi su un fianco e rimanendo pigramente in quella posizione, senza avere la forza di fare il passo successivo che sarebbe dovuto essere quello di alzarmi.
Rimasi lì in quella posizione cercando di spremere la stanchezza dal mio corpo utilizzando gli ultimi minuti di dormiveglia che mi rimanevano.
Il caldo afoso sofferto durante la notte, mi aveva tolto la possibilità di riposare come avrei voluto, e solo verso il mattino ero finalmente riuscito ad addormentarmi.
Era inutile, non avrei potuto recuperare il sonno perso nel giro di qualche minuto. Diedi quindi un calcio al lenzuolo che mi copriva spingendolo in fondo al letto, poi con un supremo e sofferto sforzo di volontà balzai in piedi, e stiracchiandomi mi avviai barcollando e ancora mezzo addormentato verso il bagno.
Seduto mollemente sulla tazza del water, pensavo con una punta di sollievo, che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro e che l’indomani sarei stato finalmente in vacanza, quindi se avessi voluto, avrei potuto dormire e recuperare il sonno perso.
Il tempo passava e mi accorsi che ero già in ritardo come al solito.
Mi vestii frettolosamente e disordinatamente per recuperare tempo, poi correndo scesi in strada e mi avviai di corsa verso il solito bar per fare colazione.
L’aria tratteneva ancora il fresco della notte e si sentiva il cinguettare delle rondini che g arrendo in continuazione volavano freneticamente e allegramente nel cielo azzurro, assaporando ad ogni batter d’ali la loro innata libertà.
Entrai nel bar, che a quell'ora era pieno di clienti silenziosi, che silenziosamente quasi in stato di catalessi, sorseggiavano i loro caffè prima di affrontare un’altra giornata di lavoro.
<<Ciao Milo, prendi il solito?>>
<<Sì!>> Risposi, E dopo breve il barista mi pose sul tavolo una briosc calda e un cappuccio.
Fatta colazione, come tutte le mattine, mi avviai verso l’azienda di Tardini dove lavoravo oramai da quasi vent'anni.
Si trattava di una vecchia azienda metalmeccanica a conduzione famigliare, che produceva accessori metallici per l’arredamento.
Non c’era molta strada per arrivare in ditta, avrei potuto anche prendere l’autobus, ma preferivo andare a piedi.
Anche d’inverno, con qualsiasi condizione climatica, raggiungevo l’azienda sempre a piedi.
Per mè camminare era un modo come un altro per prepararmi ad affrontare la giornata.
Non mi andava di chiudermi subito all'interno dell’ azienda, avevo per consuetudine la necessità di prepararmi prima psicologicamente con una passeggiata.
Amavo molto camminare, ed ero veramente felice ogni volta che potevo farlo.
In fondo mi accontentavo di poco e in quel poco avevo trovato un piccolo pezzetto di felicità.
Quando entrai in azienda Tardini era già lì che girava freneticamente per i reparti produttivi come uno squalo affamato.
Con il volto collerico e paonazzo, controllava visibilmente irritato, gli ordinativi pronti per essere imballati e spediti adagiati sul banco dell‘imballatore che ero io. Poi irritato, si rivolse in malo modo ad una delle magazziniere per chiedergli dov'era finito il rimanente della merce che doveva essere spedita al cliente.
La magazziniera arrossendo per l’emozione, intimorita e con voce tremolante lo aveva subito messo al corrente, per tranquillizzarlo, che l’ordine sarebbe stato completato e spedito nell'arco della mattinata.
Quando Tardini finalmente si allontanò, appagato dalle risposte delle magazziniere che erano state sottoposte all'interrogatorio; i volti di queste ultime si distesero e poterono finalmente tornare alle loro occupazioni con maggiore serenità.
Tardini aveva l’abitudine di entrare in magazzino per effettuare i suoi controlli come un falco che si gettava sulla preda, per conseguenza l’atmosfera di quel luogo si trasformava drasticamente.
Sembrava quasi di essere sottoposti ad una ispezione militare.
L’ultimo giorno di lavoro si prospettava caotico e più faticoso degli altri, però ciò che mi confortava, era che
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Arts/Entertainment
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